Sollevata, io fui, da un angelo
Nella notte di piena estate. 
Come per magia, 
si spense il ricordo 
dei malori dal diavolo provocati
proprio nell’istante in cui
le sue labbra sulle mie si furono accostate. 
E volavo, e volavo, e volavo,
svolazzavo, svolazzavo 
tra l’ombra delle torce serali
tra il vento che si produceva
tra le foglie delle belle statue forestali. 
E volavo, e volavo, e volavo,
lievitavo, lievitavo
nel piacere infinito
sollevata dalle ali delle mani
dell’angelo principe gradito. 
E tuttora, sto volando, 
con il ricordo dell’istante
con l’angelo condiviso, 
e volo, e volo, e volo
sperando di riveder il suo bel viso. 
 
 
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